Brescia: il campionato regionale visto da una mamma emotiva
E’ solo una foto, ma credo che possa raccontare tante cose.
Racconta di un bambino come tanti, come sono in tanti quelli di Accademia, che tra i suoi sogni di bimbo ha gli scacchi. Di un bambino che domenica 15 maggio si è svegliato alle 5 perché l’emozione gli toglieva il sonno, che è salito in macchina con genitori e fratellino e sotto la pioggia ha raggiunto Brescia. Di un bambino che ha visto realizzarsi un piccolo grande sogno, che si è sentito accettato e apprezzato dai compagni più grandi, esperti e bravi.
Di un bambino che ha giocato al meglio delle sue forze, e che tornando a casa senza mai appoggiare la coppa restava in silenzio a sognare sicuramente qualcosa di nuovo. Questa è la foto di mio figlio, che è arrivato secondo ai regionali under 8 rendendomi una mamma orgogliosa. Orgogliosa non solo del risultato, che pure fa tanto piacere. Orgogliosa dell’impegno, della costanza, del cuore. Orgogliosa soprattutto del fatto che Sami sia un piccolo scacchista, se essere scacchista significa essere come tanti ragazzi presenti al torneo e come tanti maestri che con cuore e dedizione seguono mio figlio in questa avventura.
Ed ecco che questa domenica a Brescia per me è diventata l’occasione per una riflessione sul mondo e le persone degli scacchi, e per una volta mi piacerebbe condividerla. Ieri è stato il trionfo di quei valori umani e sportivi che mi fanno amare gli scacchi pur nella mia assoluta incompetenza.
E vorrei dire grazie a tutte le persone che in Accademia hanno aiutato e aiutano mio figlio a vivere la sua passione.
Accademia ai Regionali di Brescia si è fatta davvero onore, di seguito una bella foto con tre campioncini in ogni categoria.
Vorrei parlare di Jacopo Motola, splendido vincitore, un vero campione dal punto di vista umano: ha sempre una buona parola per tutti, rispetta gli avversari, è rispettato da tutti. Non molla mai, è un esempio di concentrazione e spirito sportivo. Basta un suo sorriso, un suo segno con il capo durante i tornei e Samuele si sente forte ed appoggiato da un ragazzo più grande che per lui è un esempio. Mi fa tenerezza Samuele quando cerca Jacopo con lo sguardo appena entra in Accademia o nella sede di un torneo e immancabilmente domanda: “Dov’è Motola?” dov’è Motola? È qui, per fortuna, e io sono contenta perché per una madre è bellissimo che il proprio bambino si ispiri ad un ragazzo come Jacopo. Ma la mia riflessione si estende: Jacopo è così anche perché è figlio di uno come Mario Motola.
Un vero signore, sempre gentile e disponibile, carica tutti i piccoli scacchisti e con il suo carisma è di grande aiuto! Io gli devo molto: quando, assolutamente incompetente e piuttosto in soggezione, sono stata catapultata dalla passione di mio figlio in questo ambiente per me sconosciuto, così diverso da quelli che ero abituata a frequentare, Mario mi ha accolto. Passo dopo passo mi ha aiutato senza che quasi me ne accorgessi. Per questo vorrei ringraziarlo pubblicamente: quando va da mio figlio e gli fa coraggio, senza retorica, senza inutili parole ma con frasi che arrivano dirette e che servono, Mario Motola è un esempio di spirito sportivo. E non è l’unico: in questo lungo anno di scacchi e tornei, ho conosciuto altre persone speciali, che vorrei ringraziare.
Tiziano Confalonieri, il papà di Luca, ad esempio. Tiziano da quando ci siamo conosciuti non mi ha mai fatto mancare né consigli né gentilezze. Tiziano addirittura, che è uno scacchista, quando sembrava che ieri Samuele in una partita decisiva fosse messo con le spalle al muro, ha pronosticato una vittoria che dopo poche mosse è arrivata. Poi sotto la pioggia è andato al bar che era piuttosto lontano a prendere una coca cola per mio figlio che era in evidente calo pomeridiano. Non c’è rivalità nei gesti di papà così speciali, non c’è competizione: c’è sostegno e condivisione e per me è un’esperienza nuova e bellissima.
Un altro papà che vorrei ringraziare, il papà di Marco Cagnotto, non è nemmeno di Accademia, è di un altro club, ci incontriamo solo ai tornei, eppure ha una classe e una sportività tali da essere diventato per me un importante punto di orientamento. Ho conosciuto il papà di Marco in occasione di una sonora sconfitta di mio figlio che giocava contro il suo, ma questa sconfitta per noi è stata dolcissima: a me lui disse: “Guarda che tuo figlio diventerà uno forte!”, mentre a Samuele suo figlio disse: “tu sei quello che in questo torneo mi ha messo più in difficoltà!”. Perdere così è bellissimo!
Riflettevo poi anche sulle mamme, quelle che ho potuto conoscere bene e quelle che ho solo sfiorato in questo strano anno da accompagnatrice non competente: di mamme così, fuori dall’ambiente scacchistico, non ne ho conosciute tante, ma questa è un’altra storia e potrei annoiarvi tutti.
Quello che volevo esprimere, attraverso questa riflessione condivisa, è che persone come Motola, Confalonieri e Cagnotto rendono l’ambiente degli scacchi un’oasi felice, e vorrei dire che i loro figli gli assomigliano per sportività e valore umano.
In questa foto, oltre a Jacopo Motola, c’è Giorgio Nordio che ha disputato un bellissimo torneo e infine Samuele Lunghi, il più giovane iscritto, che ha raggiunto l’ambito risultato di vicecampione lombardo under 8, cedendo solo con il bambino che ha vinto e pattando con Giulio Maria Simeone, altro giovane campioncino dell’Accademia che ha disputato un torneo di tutto rispetto!
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