Si scodinzola, prof?
Lungi da me l’idea di tediarvi ogni mese (ne son già passati ben di più) con un pezzo più o meno sconclusionato! Ma, come sapete, il subconscio ci mette lo zampino, e così ho scoperto, dopo aver pubblicato il pezzo sugli acrostici, che l’acrostico da cui mi era venuta l’idea me l’ero dimenticato, l’avevo omesso. Come rimediare? In fondo era il capostipite, la madre di tutti gli acrostici… anche se faceva un po’ pena.
Allora ho migliorato quell’acrostico, ne ho aggiunto un paio d’altri, e ho riflettuto un po’ di più sulle esperienze acquisite vedendo giocare principianti… più principianti di me. È vero che gioco…
da più di mezzo secolo (meglio non pensarci) ma il mio livello è di poco superiore a quello di chi, non me ne voglia, definisco “principiante”, nel senso che Heisman, per esempio, dà alla sua rubrica su chesscafe.com l’angolo del principiante (Novice Nook), che difatti leggo sempre con interesse, e so di non essere l’unico “principiante anziano” che lo fa.
Ma torniamo all’acrostico del titolo. Dite che non è chiaro? È perché non avete letto il libro di Hansen Improve your positional chess, e siamo solo a pagina 8. Come, “il titolo è sbagliato”?! Ah, è l’altro Hansen: non è colpa mia se in Danimarca tutti si chiamano Hansen! Questo è Carsten, non il Lars Bo già citato nell’altro pezzo.
Nell’introduzione il buon Carsten sbandiera uno strumento, una formula (è lui che usa questi termini) per prendere le decisioni giuste. Basta valutare questi sei elementi: la sicurezza del re, la struttura pedonale, la coordinazione dei pezzi, le debolezze (di pezzi e case), i pezzi indifesi (ricordate la PeSCa?), e finalmente la profilassi.
Memorizzati? Serve un aiutino? SIcurezza, Struttura, COordinazione, Debolezze, INdifesi, PROFilassi = SI SCODINzola, PROF! E “zola”? Mi spiace, io odio i formaggi, non li sopporto, ma mi sono adattato per tirar fuori un acrostico divertente e facile da ricordare. Vi assicuro che è molto meglio dei primi tentativi.
Abbiate fede. Anzi, abbiate FIDE! Questo acrostico vi sarà familiare; meno, magari, il sito trainers.fide.com. Peccato, perché ci si sta accumulando un sacco di materiale gratuito (nel senso che non si paga) e interessante, dal TRG Yearbook 2010 (e qui vorrei che qualcuno mi spiegasse l’acronimo TRG = FIDE Trainers Commission?! Forse è in greco, dato che è curato da Efstratios Grivas) ai numerosi tutorial che escono a coppie (quasi) ogni mese.
Qualche esempio? Bobby e i ricci, di Mikhalchishin: indovinate di che parla? Oppure il recente Mosse senza senso, di Andrew Martin: mai fatte? Non dite così, c’è anche una partita di Arlandi… e un mistero per l’uso della notazione tedesca: T= torre, L = alfiere e S = cavallo e per l’inglese talvolta un po’ strano (chi avrà scritto quell’articolo, peraltro assai interessante?).
Il sito contiene un riferimento al libro di K. & M. van Delft, Developing Chess Talent, che sembra descrivere un contesto piuttosto particolare e specifico (ragazzi olandesi), ma ha anche materiale di interesse più generale, e suggerisce un paio di acrostici a pagina 43: a ogni mossa, controllare Scacchi, Catture, Attacchi e Piano, e poi, se un pezzo è sotto attacco, valutare Protezione, Attacco di un pezzo più importante, Cattura dell’attaccante, Interposizione e Fuga. Io lascerei la fuga in fondo perché, al contrario, sembra essere la prima idea del principiante: “aiuto, scappiamo!”. E metterei insieme uno SCAPPACI Fuga facile da ricordare.
Servono a qualcosa tutti questi acrostici? Forse no. Infatti i più non ne fanno uso. Forse sono più utili, almeno per i principianti, in ogni senso, dei richiami a cercare di cambiare il loro atteggiamento (finché sono in tempo, prima del mezzo secolo di pratica), magari partendo dal rovesciamento di qualche principio (in cui finiscono per credere troppo).
Per esempio l’importanza di avere un piano. Eretico! Al rogo! Scostumato! Non puoi negare l’importanza di questo principio cardine! Certo che no, solo che magari dimentichiamo che anche il nostro avversario lo conosce. E se poi in pratica il piano diventa un’abitudine a portare avanti la propria idea, senza curarsi di quello che fa l’avversario, ecco che uno lascia i pezzi in presa, prende matto senza accorgersene, o più semplicemente viene sistematicamente sorpreso da mosse che non aveva previsto, a cui talvolta riesce ingegnosamente a porre rimedio, più spesso no.
Mai successo? Voglio inchiodare quel cavallo; mi attacca l’alfiere col pedone, ma mantengo l’inchiodatura… oops, mi ha attaccato di nuovo, e l’alfiere non ha vie di fuga. Non ci avevo pensato.
Gli scacchi NON sono un gioco ad informazione completa. “Prof, si occupi di algoritmi e lasci stare i giochi. Non ha capito niente”. Ma no. Da un punto di vista pratico, l’informazione non è completa. Che ne sapete di quel che ha in testa il vostro avversario? Pensate che sia irrilevante, perché “tutto è sulla scacchiera”? Continuate pure così.
Oppure abbiate l’umiltà di imparare da un ragazzino di non ancora 16 anni, Daniel Naroditsky, che un paio d’anni fa ha pubblicato Mastering Positional Chess. Potete leggerne un breve estratto dalla pagina http://www.newinchess.com/Shop/Images/PDFs/Naroditsky%2020091207.pdf
Vi anticipo l’incipit, tradotto liberamente e abbreviato.
“Capitolo 1. Profilassi.
Questo libro parte dalla profilassi perché sono convinto che per padroneggiare il pensiero posizionale bisogna capire la profilassi. Profilassi significa bloccare un piano o una futura minaccia dell’avversario.”
Il piano e la futura minaccia non sono ancora sulla scacchiera. Se non li vedete ora, forse sarà troppo tardi quando diventeranno espliciti. Nulla di complicato. Daniel fa subito l’esempio di un giovane Fischer tutto preso dall’attacco e strapazzato dall’esperto Donner, ma non occorre essere a quei livelli per chiedersi, prima di “cosa posso fare?”, “cosa vuol fare il mio avversario?”.
PPP: Profilassi = Pensarci Prima! In fondo, fa parte del fascino del gioco (almeno tra umani) anche questa gara alla reciproca “lettura del pensiero” di entrambi i giocatori.
E se poi “avete superato questo livello”, magari vi può piacere l’idea di Gary Lane: PUM = Predici Una Mossa, introdotta nel suo libro Improve your chess in 7 days (sic!). Lane ne parla ogni tanto anche nella sua rubrica Opening Lanes su Chesscafe, per esempio nel numero 152 (altro che i miei due pezzi!). Come fa un maestro FIDE a battere un GM in 10 mosse? Anticipa la mossa ovvia del GM e prepara una trappoletta: Jankovic-Zierke, Pula 2009. Quandoque bonus dormitat Homerus. Per chi ha ancora fatto latino.