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La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit) : le partite – parte II

La regina degli scacchi La seguente partita è secondo me quella che meglio si incastra nella sceneggiatura della serie televisiva. Per la prima volta assisto ad una partita di scacchi in un film, in cui la situazione di gioco è perfettamente coerente con la situazione della trama e dei dialoghi.

Andiamo dunque a scoprire questi dettagli che noi scacchisti possiamo ben apprezzare.

[pgn]
[White “Elizabeth Harmon (Rashid Nezhmetdinov)”]
[Black “Harry Beltik (Genrikh Kasparian)”]
[Result “1-0”]

{La prima vera partita giocata per intero, che si vede nel telefilm è quella dell’ultimo turno del campionato del Kentucky, tra Beth e il campione uscente Harry Beltik, che dai dialoghi scopriamo essere un forte maestro, che sta cercando di ottenere il titolo internazionale di Grande Maestro. All’epoca non c’era ancora un punteggio Elo internazionale. Ogni federazione utilizzava un proprio rating, e la federazione internazionale riconosceva il titolo di Grande Maestro solo a quei giocatori che ottenevano significativi risultati in tornei internazionali. Quindi possiamo ritenere che Harry Beltik fosse un giocatore molto forte.}
1.e4 {Beth esegue la sua mossa, ma l’avversario non è presente. Non c’è. Arriverà in ritardo. Non viene spiegato il motivo del ritardo, ma Beth lo interpreta come una scortesia nei propri confronti. Ritiene di essere sottovalutata dal campione in carica. Ovviamente la cosa è strana: siamo all’ultimo turno, entrambi si giocano il titolo di campione del Kentucky, ed è inverosimile che un giocatore dell’esperienza di Beltik si permetta di sottovalutare un avversario, per quanto inclassificato, per quanto ragazzina.}
c6 {Caro-Kann. Sapevamo già che l’avrebbe giocata, deducendolo dai dialoghi precedenti a questa partita.}
2.Nf3 d5 3.Nc3 Bg4 4.h3 Bxf3 5.Qxf3 e6 6.g3 g6 {Anche questa mossa è abbastanza coerente con dei dialoghi precedentemente ascoltati. Lo stesso Beltik aveva detto che la Caro-Kann è un “gioco di pedoni”.}
7.Bg2 Bg7 8.O-O Nd7 9.Qe2 d4 10.Nb1 e5 11.d3 Ne7 12.f4 Qc7 13.a4 O-O
14.f5 f6 15.Nd2 Bh6 16.Kh2 Kh8 17.fxg6 hxg6 18.Nf3 Bxc1
19.Raxc1 Nc5 20.c3 Nb3 21.Rcd1 Rad8 22.Nh4 Qc8 23.Bf3 Qe6
24.Bg4 Qf7 25.Nf3 Qg8 26.h4 Kg7 27.Rf2 Rd6 28.Rdf1 Rdd8 29.Qc2
b6 30.h5 c5 {Questo punto della partita lo si rivedrà in seguito. E’ un punto critico.}
31.hxg6 dxc3 32.bxc3 c4 33.d4 exd4 34.cxd4 Nxd4
35.Nxd4 Rxd4 36.e5 f5 37.Bxf5 {Mancano tre mosse al controllo del tempo, e Beltik è in zeitnot. I due giocatori hanno un breve dialogo: Beltik pensando a voce alta dice qualcosa come “Riuscirò a uscirne…” riferendosi alle numerose minacce e complicazioni, al che Beth risponde in modo tagliente, dimostrando di avere pieno controllo della situazione dicendo: “Forse! Se fossi arrivato puntuale.”. Il nero infatti dispone di una variante difensiva per pattare, ma non è così evidente.}
Qd5 38.Be6 Rh8+ 39.Bh3 {Mancano due mosse alla quarantesima. Sebbene l’orologio non venga mai inquadrato e non venga evidenziata la tensione dello zeitnot, sappiamo perfettamente che Beltik non ha che pochi secondi, e c’è solo una mossa in questa posizione che il nero può giocare per non soccombere…}
Nxg6 {e non è questa!}
40.Rf7+ Kh6 41.Qxg6+ {La partita vera, quella tra Nezhmetdinov e Kasparian, effettivamente giocata a Riga nel 1955, finiva qua, con l’abbandono del nero. Nel telefilm invece i due proseguono fino al matto. }
Kxg6 42.R1f6+ Kg5 43.Rf5+ Kg6 44.R7f6+
Kh7 45.Rh5+ Kg7 46.Rg5+ Kh7 {Una sequenza di scacchi forzanti, finalizzata a far arrivare il re nero in h7, per poter togliere l’inchiodatura all’alfiere che può così tornare in gioco, concludendo. }
47.Bf5# 1-0
[/pgn]

Torniamo alla mossa 31.

Nella puntata successiva, in uno scambio di battute tra Beth e il campione americano Benny Watts, questi le dice: “Ho riguardato la tua partita con Beltik. Avresti potuto vincere più facilmente.”
Tradotta in lingua corrente, l’affermazione di Watts diventa: “Per come l’hai giocata, era patta. Hai vinto solo perché Beltik ha sbagliato. Mentre c’era un modo più sicuro per vincere.”
E dopo questo scambio di battute, rivediamo Beth che si riguarda la partita, ricostruisce la posizione prima della mossa 31 e gioca una mossa diversa, con una espressione e un gesto di disappunto.
Si era resa conto di aver giocato una continuazione più debole, che avrebbe potuto compromettere il risultato.

Alla puntata seguente, quando si incontreranno nuovamente, Beth gli dirà telegraficamente: “c4!”

Tradotta in lingua corrente, significa semplicemente: “Avevi ragione. Ho riguardato la partita con Beltik. Avrei effettivamente potuto vincere senza concedere nulla, se avessi giocato c4 alla mossa 31.”

Dialoghi di questa natura, tra scacchisti, sono perfettamente normali. E una partita che si incastra così bene nella trama, con una sequenza di mosse d’apertura apparentemente semplicistiche tipiche di un giocatore con poca esperienza, con una mossa vincente non giocata, con un errore in zeitnot, e un pirotecnico sacrificio di donna conclusivo, merita proprio di essere riportata per consentire a tutti di apprezzare queste finezze.

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