Il Pedone isolato
Il mento sprofondato tra le braccia conserte, appoggiate sul banco, Girolamo Iannuzzi osserva alcune figurine bianche e rosse sulla scacchiera murale; cerca di comprenderne i movimenti, di carpirne i segreti, ma è una lotta impari: da dietro le spesse lenti le palpebre gli si appoggiano delicatamente sugli occhi, il naso si fa spazio tra le maniche del maglione di lana, ancora pregno dell’odore di aglio e triglie mangiate da poco.
La bambina
Nell’immenso salone le innumerevoli fila di tavoli erano state predisposte in modo tale da creare un’ampia distanza tra loro. Alcuni uomini vestiti di nero si aggiravano tra i banchi col volto arcigno, controllando che ogni cosa fosse in ordine.
La scacchiera magica
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Quello di possedere una scacchiera magica è sempre stato il sogno di Palmiro Cantacchio, una scacchiera che ti possa suggerire all’istante la mossa giusta, anzi, che ti costringa a giocarla.
Un circolo vizioso
La targhetta di ottone era stata bruciacchiata più volte e la scritta ormai annerita era divenuta illeggibile, sotto, però, qualcuno vi aveva riscritto il nome con un pennarello nero, dunque, non potevano esserci dubbi: quello era proprio il posto che stava cercando.
L’ Avversario
Concentrazione occorreva, molta concentrazione. Non c’era più un momento da perdere: il suo avversario aveva completato la mossa e aveva fermato il proprio tempo a sette minuti e sei secondi, mentre a lui ne rimanevano quattro e trentasette, e già avevano ripreso a scorrere.
Autopresentazione
Come scacchista la mia carriera iniziò a sette anni e terminò a nove. Questa prematura interruzione fu dovuta probabilmente alle abbondanti esalazioni di fumo presenti nelle sale dei circoli negli anni ‘70 e allla preferenza data a uno sport più salutare come la pallacanestro. Ripresi a giocare a scacchi circa vent’anni dopo.