Accademia Scacchi Milano
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Acrostici Scacchistici
Magazine - Tecnica
Scritto da Mauro Torelli   
Giovedì 28 Luglio 2011 09:22

StarChessUno scioglilingua? Forse… Tutti sapete cos’è un acrostico, o è ostico? Tutti conosciamo la FIAT, e ci ricordiamo che sta per Fabbrica Italiana Automobili Torino: ecco un acrostico! Poi c’è SPQR… Ricordate anche quello dell’Alfa-Romeo? Bravi! O quello delle Milit? Allora siete anziani, almeno quanto me, o avete letto l’aureo libro di Giampaolo Dossena “Dizionario dei giochi con le parole”, Vallardi/Garzanti 1994, che tenta anche una distinzione tra acrostico e acronimo…

Ma sto divagando. Torniamo a bomba. Come sapete, gli scacchi sono un gioco difficile (non chiedetemi perché). Esistono regole e princìpi, ma non bastano. E poi ce li dimentichiamo anche, i principi, perché sono molti e spesso contraddittori. Allora ogni tanto qualcuno ha la bell’idea di richiamare in un acrostico alcuni principi particolarmente utili (secondo lui).

Lungi da me l’idea di erudirvi con nuovi o vecchi principi, ma se poi per caso saranno d’aiuto magari a qualche principiante, ben venga. Io ho la memoria corta, e quindi talvolta cerco di tener presente un piccolo elenco appunto facendone un acrostico. Dato che da 28 anni non riesco a passare di categoria, forse non funziona tanto, quindi non aspettatevi troppo.

L’acrostico più citato (e forse uno dei più utili) credo sia LPDO. Mai sentito? Non leggete l’inglese e non guardate i film polizieschi americani, dove sulle auto della polizia c’è scritto LAPD = Los Angeles Police Department (almeno credo, comunque non c’entra nulla)! LPDO l’ha introdotto il matematico GM John Nunn in “Cosa deve sapere il giocatore da torneo” (nell’originale “Secrets of practical chess”): Loose Pieces Drop Off = Pezzi Sospesi Cadono = PeSCa, in italiano! Mai notato in quante combinazioni la chiave è un pezzo indifeso che cade per un attacco doppio?

Coniare acrostici, magari acrostici sillabici leggibili come PeSCa (che credo di aver inventato io), è anche abbastanza divertente. Caso mai qualcuno intendesse SPQR nella versione deteriore, ricordandomi gli sfottò dei parenti liguri, per par condicio, ho coniato proprio oggi la definizione di “milanese”, che assomiglia tanto alle raccomandazioni di mia madre: Bada A Uscire Sempre Con Indumenti Adeguati (non voletemene!).

Torniamo a Nunn: in quello stesso libro compare anche un paragrafo intitolato DAUT, tradotto nella versione italiana con NATI = Non Analizzare Tattiche Inutili, un piccolo promemoria per ricordare che “l’analisi tattica è attività soggetta a errori” e dispendiosa in fatto di tempo ed energia mentale.

A me pare che gli acrostici possano essere utili in particolare quando si tratta di ricordare non un unico principio, ma una serie di punti che possono facilmente sfuggire. Prendiamo Moskalenko, che vuole “rivoluzionare il nostro atteggiamento scacchistico”: le sue cinque “pietre di paragone” sono etichettate T1, T2, …, T5. Chi se le ricorda? Se invece coniamo MaSPeReT = Materiale, Sviluppo, Pezzi (e pedoni e loro piazzamento), Re (sicurezza) e Tempo, abbiamo qualche possibilità in più di ricordarci di esaminare tutti questi aspetti, quando valutiamo una posizione.

Il maestro ucraino Kosikov, collaboratore del mitico Dvoretsky, ha recentemente pubblicato un “Elements of chess strategy” in cui illustra tra le altre cose l’”algoritmo STEPS”, così recita l’ultima pagina di copertina. Perbacco, un algoritmo! E io che da… ho perso il conto: da quanti anni insegno Algoritmi in università? Non ne sapevo niente! Nell’indice non c’è traccia di STEPS, ma c’è un capitolo su “STOPS, un sistema di autodisciplina”. Dal momento che “lo studio del mediogioco richiede di tener presenti più “dimensioni” e in genere si procede in modo poco sistematico”, Kosikov suggerisce di considerare sistematicamente cinque punti (anche lui!). La S sta per Self-control (ma spiega che si tratta in realtà di controllare la situazione sulla scacchiera e il tempo dell’orologio), T per Tattica, O per valutazione Obiettiva (oppure E per Evaluation, ecco da dove veniva STEPS!), P per Profilassi e l’ultima S per Stare calmi (sic, anche in inglese). Non è proprio un algoritmo… Se comunque pensate che siano buoni consigli (e certamente lo sono) potete coniarvi il vostro acrostico in italiano. La mia proposta (ricordate che le frasi strane restano più impresse) è: un CaPro ConTaVa, che sta per Calma, Profilassi, Controllo,Tattica e Valutazione.

Lars Bo Hansen, nel suo libro “How Chess Games are Won and Lost”, cita i principi dell’apertura: Centro, Sviluppo e Sicurezza (del Re) sembrano fatti apposta per coniare CeSS, in italiano! Hansen acrosticizza (?) poi invece il suo consiglio personale di Non Incasinare la Struttura Pedonale (NISP) se non si ha tempo di riflettere bene sulle conseguenze delle spinte di pedoni. Usare un termine discutibile come “incasinare” di fatto aiuta la memoria: le mie prime versioni erano NIMP = Niente Inutili Mosse di Pedoni o EMPeNN = Evitare Mosse di Pedone Non Necessarie, mentre l’originale inglese è l’impronunciabile NUPM; scegliete voi…

E finiamo alla grande! Il re dei creatori di acronimi scacchistici è senza dubbio il discusso GM Paul Motwani, che li infila addirittura nei titoli dei suoi libri: STAR, HOT e COOL Chess, e propone nel testo anche crittogrammi, puzzle e giochi di parole (per esempio reinterpretando uno stesso acrostico), cosa che non è piaciuta ad alcuni (re)censori, ma entusiasma invece gli estimatori.

Citerò solo una piccola parte degli acrostici di Motwani, cominciando da COOL, che può stare per Changing Oneself, Others Learn, oppure più pertinentemente per Creative Original Opening Lines, o ancora per Common Obvious Outstanding Link. Difficile tradurli in italiano, ammesso che ne valga la pena. Invece TODO sta per Tenace, Obiettivo, Pericoloso e Originale. Come dite, che ci sta a fare la “D”? Niente: in italiano diventa TOPO! Magari può aiutarvi cercare di essere più TOPO…

Il mio preferito è forse la traduzione (se così si può dire) del suo FACE: DiCo RiDi! Un acrostico ottimista che sarebbe piaciuto a Renato Didoni, peccato non avergliene potuto parlare. DiCo RiDi sta per Dinamismo (nello sviluppo, e non solo), Coerenza (col piano) e soprattutto Rilassati e Divèrtiti.

Buone partite, buoni acrostici e buone vacanze!