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Cavazzoni,Messa - I segreti del castello degli scacchi
Didattica - Recensioni
Scritto da Giangiuseppe Pili   
Martedì 09 Agosto 2011 14:21

cavazzoni-messaQuesto libro nasce dall’amore che proviamo per gli Scacchi, che ci hanno regalato momenti di autentica felicità.[1]

Cavazzoni, Messa.

I segreti del castello degli scacchi è un libro a scopo didattico, nel quale si possono trovare sia le regole basilari per il gioco che utili esercizi per apprendere in fretta i suoi fondamenti. Ma, forse, si tratta di qualcosa di più.

Il libro si può dividere idealmente in parti: al principio il lettore è guidato all’apprendimento dell’uso dei singoli pezzi, ciascuno dotato di una sua individualità, costruita sapientemente sulla base del concreto gioco e sul piano figurato dell’immaginazione. Tutte le figure sembrano dotate di un’anima e nessuna di esse è un impersonale pezzo di legno ma un individuo dotato di un volto e di una mente: “Bella e audace, grazie alla sua agilità la Regina è il pezzo con il maggior raggio d’azione. Al centro di una scacchiera vuota controlla ben 27 case”.[2]

Oltrepassata la conoscenza preliminare dei singoli pezzi, si giunge all’apprendimento di tutta l’orchestra o di tutto il proprio esercito: “La battaglia degli scacchi è avvincente: è fatta di attacchi, difese, agguati, inseguimenti e duelli, a colpi di astuzia e intelligenza”.[3] Ma, anche in questo caso, il tragitto è tratteggiato da una separazione precisa dei vari livelli, tutti necessari al migliore apprendimento. In ciò, potremmo azzardare un primo paragone, con un altro libro: Il mago dei numeri. Come in matematica, gli scacchi, bisogna pur dirlo, offrono il pericolo di ricadere al di fuori della propria presunta portata, inducendo paura e rifiuto nel principiante. Ma gli autori scongiurano questa pericolosa possibilità prendendo letteralmente sulle spalle il lettore più sprovveduto, facendolo, così, sentire sempre al sicuro: non c’è mai il senso dello smarrimento della via e, per ciò, non si è mai a disagio. La terza parte ideale è segnata dalla presenza dello scacco matto che, forse, rappresenta la caratteristica più disarmante dell’intero gioco. Alternando esercizi a presentazioni essenziali, ma non prive del loro immaginifico lirismo che non dispiace mai, c’è spazio anche per considerazioni meta-scacchistiche. Lo scopo ultimo del libro è, infatti, quello di costruire un buon scacchista, educato all’ideale dell’agonismo positivo e, in definitiva, della condivisione di più alti valori, ispirati alla tolleranza e alla reciproca accettazione, ma lasciamo che sia una citazione a illuminare questo punto, generalmente dimenticato dai manuali di scacchi introduttivi: “Se un giorno sarai perdente, complimentati con l’avversario, stringi sorridendo la mano e invitalo ad analizzare insieme la partita. Non arrabbiarti, non cercare giustificazioni, ma cerca di capire dove hai sbagliato”.[4] La quarta parte consiste nell’illustrazione dei concetti fondamentali della descrizione delle partite (linguaggio scacchistico) e della valutazione (valore dei pezzi). La quinta e ultima parte è una breve e essenziale guida verso il vertice finale, tra rudimenti di calcolo combinatorio e altri divertenti esercizi, che culmina nel matto in tre mosse, ultimo paragrafo del libro. Ogni paragrafo inizia con una breve descrizione dell’argomento e finisce con una serie molto ampia di esempi ed esercizi: la ricchezza dell’eserciziario è veramente notevole, con i suoi 439 diagrammi. Inoltre, la pertinenza degli esercizi stessi è preziosa e basta sfogliare il libro anche solo superficialmente per rendersene conto. Tra la vastità dei diagrammi e le intelligenti presentazioni c’è spazio per le favole sull’origine del gioco, per commenti intelligenti sulla buona educazione scacchistica e per qualche quiz: il tutto rende la lettura divertente e non priva di spunti di riflessione per grandi e meno grandi.

La finalità del libro. La finalità del libro è duplice: da un lato esso vuole essere un efficiente manuale a uso didattico per giovani aspiranti scacchisti e per buoni insegnanti. Da un altro lato, I segreti del castello degli scacchi vuole far riflettere i giovani scacchisti e i loro più anziani istruttori sul ruolo sociale e culturale del gioco, nel quale la componente umana non deve esser sacrificata per un agonismo acritico e violento ma, viceversa, per una maggiore comprensione del valore umano intrinseco nello stesso divertimento condiviso.

Stile del libro. Il linguaggio utilizzato è sempre ricco di metafore nel quale i pezzi risaltano ciascuno per sé, ciascuno con doti e pregi suoi particolari. Sembra quasi che si possa intravedere un’immagine allegorica più ampia nella quale niente e nessuno deve mai essere ridotto a semplice pedina, neppure l’ultimo pedone: questo perché dietro l’ignoranza dell’oblio di ciascuno si staglia il pericolo di una totalità uniforme e cieca; e non è certo questo il messaggio più profondo che si può leggere tra le righe. Ma è nei racconti favoleggianti che la vena profondamente fantasiosa e, in ciò, umanistica del libro sorge in tutta la sua chiarezza: la rivisitazione del mito delle origini o l’intelligente favola finale (I segreti del cavaliere della mezza luna) sono dei bellissimi esempi di parabole umanistico-scacchistiche dove il messaggio finale può riassumersi così “La somma di due civiltà è meglio di una”.[5]

Le illustrazioni. I segreti del castello degli scacchi è un libro illustrato, nel quale non sono solo incasellate tante miniature scacchistiche (i diagrammi) ma sono presenti tanti disegni la cui delicatezza e semplicità risulta evidente dall’asciuttezza del tratto e dalla scelta del color rosa-pastello. Il disegnatore è molto attento alla verosimiglianza dei pezzi ma non eccede nel dettaglio, là dove questo lascerebbe poco spazio all’immaginazione: le raffigurazioni rarefatte ma precise impreziosiscono il volume e offrono un refrigerio per la mente, giacché, d’altronde, non può che essere così, quando si impara a giocare a scacchi.

Qualche osservazione conclusiva. I segreti del castello degli scacchi costituisce l’ideale proseguimento de Il castello degli scacchi, il libro precedente del premiato istruttore federale Carlo Alberto Cavazzoni. I due lavori hanno una serie di somiglianze, sia nella presentazione che negli intenti didattici e didascalici, ma in questo libro si vuole affrontare più specificamente il problema della crescita e della maturazione del principiante, guidandolo, come detto, sino alle soglie della combinazione più articolata e, dunque, dell’essenza stessa del gioco pratico. I due libri, dunque, si richiamano e si integrano reciprocamente, offrendo al principiante e all’istruttore un ideale percorso ottimale per l’apprendimento del gioco degli scacchi.

 

CAVAZZONI CARLO ALBERTO; MESSA ROBERTO. CON LE ILLUSTRAZIONI DI VALERIO FALCONE.

I SEGRETI DEL CASTELLO DEGLI SCACCHI

LE DUE TORRI.

PAGINE: 111.

EURO: 15,00.



[1] Cavazzoni C. A., Messa R., I segreti del castello degli scacchi, Le due Torri, Bologna, 2011, p. 1.

[2] Ivi., p. 23.

[3] Ivi., p. 29.

[4] Ivi., p. 42.

[5] Ivi., 107.